Il terremoto in Calabria 1905

Dal film Terremoto in Calabria 1905
Dal film Terremoto in Calabria 1905

Alle 2,45 della notte tra il 7 e l’8 di settembre del 1905 una violentissima scossa di terremoto, durata 40 secondi, porta la distruzione e il lutto nelle Calabrie, specialmente nella provincia di Catanzaro. Un gran numero di paesi è completamente distrutto: danni enormi sopratutto a Monteleone e nei dintorni: 609 morti, 2880 feriti. Il terremoto reca gravi danni anche a Messina, a Reggio Calabria, alle Lipari, a Stromboli.

Sarà questo uno dei primi disastri del secolo scorso ampiamente documentati dal cinema italiano, ma potrebbe essere una delle prime collaborazioni tra i pionieri (del cinema) di Roma e Torino.

Secondo il volume di Aldo Bernardini (Il cinema muto italiano – I film “dal vero” 1895-1914), i film di produzione italiana sul terremoto del 1905 sono due: Il terremoto in Calabria (Alberini e Santoni), e Vedute ed episodi del terremoto in Calabria (Arturo Ambrosio).

Il primo venne presentato al Cinema Moderno di Roma dal 29 settembre 1905, con spettacoli a beneficio dei terremotati; l’8 ottobre si annunciava l’ultima speciale proiezione della pellicola, “per soddisfare il desiderio di molti operai che, per essere occupati nei giorni feriali, non hanno potuto vederle”. Bernardini aggiunge che “filmati sul terremoto, girati da altre Case, erano però stati presentati a Roma fin dal 2 settembre”, cosa abbastanza improbabile tenendo conto delle date.

Il Bollettino n. 2 dell’Alberini e Santoni presenta il film come una serie di episodi ripresi dal vero sui luoghi del disastro, riprese cinematografiche delle rovine di S. Onofrio, Mileto, Calabrò, Monteleone, Zammarò, Piscopio, ecc: “opera di nostro inviato speciale – danno una esatta idea dei luoghi maggiormente colpiti dall’immane sventura e perciò costituiscono un documento di vero e grande interesse”. Già, ma chi era questo “inviato speciale”?

Maria Antonia Colace in braccio al tenente Tricomi, dal film Terremoto in Calabria 1905
Dal film Terremoto in Calabria

Una delle scene più emozionanti, a giudicare dalle recensioni sulla stampa, è il salvataggio della bambina Maria Antonia Colace, opera del tenente del genio Ing. Tricomi, dopo oltre 96 ore di seppellimento sotto le macerie.

Questa scena, secondo il catalogo Gaumont gennaio 1906, compare anche nella serie “dal vero” Tremblement de terre en Italie, lunghezza 172 metri, riprese di Arturo Ambrosio.

Si tratta delle stesse riprese? O meglio, l’inviato speciale della ditta Alberini e Santoni è l’operatore di Arturo Ambrosio sono la stessa persona, e cioè Roberto Omegna?

Alberini e Santoni distribuivano film di altre case di produzione. Per esempio, nel bollettino n. 4 il titolo in copertina è Ingresso trionfale dell’Ammiraglio Togo a Tokio che, per ovvi motivi, non è stato girato dal operatore ufficiale della ditta, vale a dire da Filoteo Alberini. Inoltre, vorrei ricordare che Filoteo Alberini, ai tempi del terremoto, preparava l’importante prima visione di La presa di Roma per il 35° anniversario del 20 settembre 1870.

Ritornando al volume di Bernardini, il titolo di produzione Ambrosio è il “n. 1 della lista Vitrotti (dove non risulta indicato il metraggio), veniva venduto al prezzo complessivo di 12 lire, e venne proiettato al Cinematofono di Torino nel settembre 1905 e presentato da Ambrosio alla Società fotografica torinese il 10 novembre (assieme a Manovre degli alpini al colle della Ranzola)”.

Se il film di Alberini e Santoni, 200 metri di lunghezza, costa 400 lire, non mi sembra che il film Ambrosio possa costare 12 lire “prezzo complessivo”.

La storia delle 12 lire (forse) appartiene ad una intervista di Mario Verdone a Roberto Omegna (Cinema, 15 dicembre 1948): “Dopo il film sul paesaggio piemontese girai il terremoto di Reggio e La inondazione del Po (1905), che vendetti subito a dodici lire”.

Dal film Terremoto in Calabria 1905
Dal film Terremoto in Calabria 1905

Nella stessa intervista, ricordando i suoi primi passi nel cinema e la collaborazione con Arturo Ambrosio racconta alcuni dettagli molto interessanti: “Frequentavo il suo negozio fotografico, dove mi rifornivo di lastre. Un giorno (eravamo nel 1904) gli feci la proposta di fornirmi trenta o quarantamila lire di capitale per comprare a Parigi un apparecchio Urban con rulli di cinquanta metri. Ambrosio acconsentì e potei, in tal modo, girare subito un primo film dal vero: giochi di nubi, paesaggi piemontesi, in poche parole, la storia di uno che va in giro per vedere le vallate. E potei descrivere il paesaggio del Piemonte. Poi fu la volta delle Disgrazie di un ubriaco, di metri 150, film a soggetto con gli attori del teatro piemontese: il Vaser e la Milone erano i protagonisti. Il film portava didascalie in lingua e lo realizzai in un teatro a tende alla Barriera di Nizza. Avevo appena iniziata la produzione che cominciai a vendere i miei film tanto al metro: lire 3,50, e anche 4,50. E andavano a ruba”.

Un apparecchio Urban con rulli di cinquanta metri, film di 150 metri… impossibile! Ancora Bernardini, in una nota relativa al film Ambrosio-Omegna, scrive che: “risulta decisamente inattendibile l’affermazione di M. A. Prolo (Storia del cinema muto italiano, p. 21) che il film fosse “di più di cento metri, cioè in quattro bobine”.

E perché no? A pagina 21 della sua Storia del cinema muto italiano, Maria Adriana Prolo prende come riferimento (nota 13 del Capitolo I) un articolo di E. Ceretti (in realtà l’articolo Il pioniere Omegna è firmato da Fernando Cerchio) pubblicato nella rivista Cinema il 25 aprile 1940:  “Omegna, in quanto a metraggio, era abbondante: i suoi film raggiungevano i 300, i 500 metri, addirittura i 700, veri metraggi pazzia. Non per nulla Omegna aveva cominciato la sua carriera con una trovata di maggiorazione dei metraggi. Poco più di un anno dopo l’inizio della sua attività con i dal vero, nel 1905-1906 l’Ambrosio cominciò la realizzazione di brevi film a soggetto. (…) La Casa eseguiva allora tre riprese buone per ogni inquadratura dei propri film, così da ottenere due negativi originali: uno di essi veniva conservato come riserva, uno serviva per la stampa delle copie destinate all’Italia ed ai paesi europei, l’altro era inviato in America”.

Dopo tutto questo, naturalmente, la cosa più importante è ritrovare il film, magari i due film, che sono sicura “qualcuno” ha salvato… Del pioniere Omegna racconterò in altro post.

9 pensieri su “Il terremoto in Calabria 1905

  1. suriano francesco

    mi domando: se le foto da Voi pubblicate sono state tratte dal film é perchè questo esiste , che fine ha fatto?

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